L'adolescenza è un periodo di profondi cambiamenti sia psicologici, sia fisici che non a caso è noto per il suo carattere tempestoso. I cambiamenti sono tali che l'aspetto dei bambini subisce una trasformazione radicale; un rapido incremento dell'altezza, un aumento della muscolatura per i maschi e del grasso per le femmine e la comparsa di tutte le caratteristiche sessuali secondarie, come lo sviluppo del seno nelle ragazze, la voce dei maschi e l'apparizione dei primi peli sul corpo per entrambi i sessi.
La domanda "chi sono" diventa impellente e si accompagna ad un'altra questione che esige una risposta: "mi piaccio?".
La maggior parte degli adolescenti infatti ha un Sè ideale, costituito in gran parte dagli standard imposti dai gruppi di pari ed in parte dagli idoli del mondo dello sport, della musica, del web, della moda, e di altri ambienti rilevanti.
I ragazzi sono profondamente consapevoli della discrepanza tra il Sè ideale ed il Sé reale che spesso si riflette in una drastica caduta del livello di autostima, sopratutto durante le prime fasi dell'adolescenza.
Adolescenza e crisi di identità
Grazie soprattutto agli scritti di Erik Erikson, l'adolescenza è considerata ormai il periodo caratterizzato dalle crisi di identità, anche se la ricerca dell'identità in realtà è il tema fondamentale della vita intera (come sostiene lo stesso Erikson).
Tuttavia è proprio nell'adolescenza che i bambini diventano consapevoli di sé come persone in evoluzione e quindi l'esigenza di affermare un'identità coerente diventa la sfida maggiore da affrontare
Lo stato d'animo dei giovani è perfettamente rappresentato da questa frase:
"non sono quello che dovrei essere, non sono ciò che sto per diventare e non sono quello che ero".
Legata a questa età è infatti la presa di coscienza di come è il mondo; vedono tutto con molta precisione ma non hanno una chiara visione di ciò che hanno davanti. Provate ad immaginarvi di risvegliarvi dopo il sonno, improvvisamente, in una terra straniera; potete vedere chiaramente tutto ma non avete la minima idea di dove vi trovate, l'unica certezza e che avete bisogno di sapere dove siete. Questo è ciò che vive l' adolescente.
L'adolescenza più di ogni altra tappa della vita è divenire e la si vive appieno proprio attraversando fino in fondo le crisi che riempiono di interrogativi.
Di cosa hanno bisogno di adolescenti?
Gli adolescenti hanno bisogno più di ogni altra cosa di una guida sicura che sappia dare un senso alle cose. Lo strumento più utile che ogni genitore ha in mano è l'umorismo; egli deve mostrare serietà e rispetto ma è importantissimo che sappia sdrammatizzare, non per disprezzare o deridere (e occorre fare attenzione perchè il confine tra ironia e sarcasmo è davvero sottile), ma per aiutare il ragazzo a relativizzare, ridimensionare a mettere in chiave positiva.
Se rispondiamo alle aggressioni o agli scoppi d'ira dei nostri figli (tipiche di questa età) con altrettanta aggressività e forza abbiamo già perso.
Dobbiamo condurli ad osservare i fatti a riflettere su come trovare le soluzioni ai problemi e mostrargli come tenere testa a loro stessi senza farli sentire condannati.
Il genitore in questa fase della vita dei figli suggerisce domande, non da ordini.
Noi adulti spesso abbiamo l'inconscio desiderio di controllare l'adolescenza, ma questa fase dalla vita con la sua sete di libertà non vuole controllo ma apertura, accettazione, affermazione, obiettivi che fanno da limite naturale agli eccessi che caratterizzano questa fase della vita. Solo in questo modo l'adolescente puo' trovare i confini entro cui definirsi e la strada per esprimersi e realizzarsi.
I nostri figli hanno bisogno di testimoni più che di maestri; di persone che non hanno perso fiducia nella vita, che hanno saputo scoprire, conoscere e perseguire i propri desideri, le proprie passioni, quelle vere, che alimentano costantemente ogni singolo sforzo necessario per portarle a compimento, perchè sono il nutrimento della loro vita.
Hanno bisogno di genitori affidabili che hanno compreso cosa stanno a fare al mondo perchè hanno dato una destinazione alla loro vita; persone sicure di loro stesse nonostante le fragilità, i fallimenti, le inadeguatezze, insomma limiti compresi.
Cosa possiamo fare in concreto?
Stimolarli con attività individuali o sociali tenendo conto delle loro predisposizioni ed interessi individuali in modo che possano esprimersi e divertirsi magari insieme ai coetanei. Attività che diano anche fiducia ai ragazzi, che facciano capire loro che possono riuscire e che li spronino ad uscire fuori dalla passività in cui troppo spesso vengono confinati da tv, social, giochi elettronici.
In questa età spesso vengono scoperti degli hobby che diventano poi carte vincenti nell'attraversamento di questa difficile fase della vita. Per me e mio fratello è stata l'età in cui abbiamo scoperto l'atletica che ci ha poi accompagnato dando una direzione alla nostra vita, sino all'età adulta quando ha lasciato il posto ad altre passioni.
Alessandro D'Avenia nel suo libro "l'Arte di essere fragili" sostiene che abbiamo dato loro tutto per godere la vita ma non una ragione per viverla. Abbiamo scambiato la felicità con il benessere, i sogni con i consumi; invece loro vogliono progetti non oggetti.
Sostiene che questa è l'epoca della passioni tristi, di superficie che hanno preso il posto delle passioni felici, quelle profonde e durature che trasformano una strada in una meta e che ci permettono di appropriarci del nostro Io più profondo.
Risulta quindi fondamentale favorire nei giovani lo sviluppo della creatività e dell'immaginazione intesa come piena immersione e penetrazione nel reale, che diviene lo strumento che consente di leggere la realtà su più livelli. La vita, sostiene ancora D'Avenia, non è povera ma è il nostro sguardo che è incapace di leggere in essa in maniera più profonda.
Nutrire l'immaginazione, risvegliare il fuoco interiore richiede tempo, spazi vuoti liberi da impegni con cui purtroppo riempiamo la vita dei nostri figli, di noia (lontani da telefonini, tv e altri aggeggi elettronici). Proprio da questi spazi "vuoti" che sorgono i desideri, perchè i giovani si sentono spinti a cercare alternative stimolando la propria creatività e maturando la giusta fiducia nelle proprie risorse.
Proprio in questi momenti si fanno incontri importanti, magari con un libro, un autore, una storia che risuona in modo particolare con il loro vissuto. Che li fa sentire compresi, che dona loro un ideale (la più alta forma di nutrimento in questa età), che dà una direzione alla loro vita.
Purtroppo oggi i ragazzi leggono sempre meno e sono sempre più bombardati da immagini; in realtà guardano ma non vedono, non conoscono nulla in profondità perchè tutto resta superficiale. Falsi modelli, idoli poveri di contenuti, di bellezza e di verità purtroppo dilagano in ogni dove alimentando l'illusione che crescere significhi avere successo.
In questo modo si rischia di diventare adulti che, e prendo ancora a prestito le parole di D'Avenia, sono troppo concentrati sui risultati anzichè sulle persone, che trascurano di prendersi cura di loro stessi come esseri viventi, cioè chiamati ad essere di giorno in giorno più vivi, capaci di destino inedito, e si accontentano di attraversare stancamente la ripetizione di giorni senza gioia.
L'argomento in questione è davvero ampio e questo post non ha la pretesa di essere esaustivo. Ho elaborato contenuti provenienti da varie fonti cercando di mantenere un filo conduttore.
Spero possa offrire qualche spunto di riflessione e se vi va di condividere il vostro pensiero, sarò molto felice di leggervi.
Bibliografia
- Psicologia dello sviluppo, H.Rudolf Shaffer
- I nuovi adolescenti cosa ci chiedono?, Simona Bani
- L'arte di essere fragili, Alessandro D'Avenia
Dott.ssa Stefania Casadei
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