Fare i compiti: una battaglia quotidiana? (parte 1)

Fare i compiti non deve trasformarsi in un campo di battaglia!

Purtroppo, molti genitori si trovano a fronteggiare resistenze, lamentele e frustrazioni quando si tratta di aiutare i propri figli con i compiti. Ma con le giuste strategie, questo momento può trasformarsi in un'opportunità di crescita e apprendimento per entrambi.

Il bambino piccolo non ha una volontà completamente formata, pertanto non è in grado di scegliere cosa è meglio per lui ed ha quindi costante bisogno di essere accompagnato.

E' molto importante che i genitori sin dall’inizio doltivino un atteggiamento positivo nei confronti dei compiti, considerandoli come qualcosa di gratificante.

Il senso di responsabilità che ci permette di eseguire con cura un lavoro e provare piacere e soddisfazione di fronte ad un compito ben svolto, deve essere coltivato e nutrito giorno per giorno.

D’altronde, le abitudini hanno bisogno di tempo per consolidarsi ma, poiché necessitano di disciplina, rafforzano la volontà dell’individuo.


Questo richiede ai genitori una certa dose di fermezza.

Essere fermi non vuole dire urlare, minacciare, ricattare, ma fare capire che ci sono delle regole che vanno rispettate , che non ci si sottrae alle proprie responsabilità, e che quello che si fa è per il loro bene.

All’inizio il bambino necessiterà della guida paziente e amorevole dell’adulto che gli ricorderà di controllare i compiti assegnati e di sospendere ogni altra attività, per dedicarsi al loro svolgimento.

Ad esempio, si puo’ incoraggiare il bambino con la promessa che dopo si farà qualcosa insieme, oppure lanciando delle sfide giocose; “vediamo se riesci a fare tutta la pagina senza errori”.

Quando i bambini sono più piccoli hanno bisogno della presenza dell’adulto che con richiami pazienti aiuti il piccolo a mantenere l’attenzione sul compito, ma spesso anche per avere una conferma, ovvero avere la stima di mamma e papà.

La stima dei genitori è un nutrimento ricchissimo per la crescita del bambino perché rafforza la sua sicurezza e la sua immagine di sé, che si forma attraverso le relazioni con il mondo esterno, cosa  che condizionerà il suo rapporto con la vita.

Mostrare la propria stima richiede al genitore una buona dose di comprensione e pazienza, soprattutto quando le cose vanno male (ad.es. brutti voti).

Ottima cosa sarebbe trattenere il primo impulso di rabbia, nel tentativo di cercare le parole adatte per aiutarlo. 

Solo con la stima e la sicurezza di sé arriva per il bambino il momento di lavorare da solo.

Inoltre è bene tenere a mente che non tutti i bambini sono uguali, alcuni, seppure dotati di viva intelligenza, sono più portati, per temperamento, alla distrazione soprattutto nei lavori lunghi ed impegnativi.

Importante quindi che il genitore impari a non giudicare, a riconoscere invece la buona volontà e a comprendere anche la resistenza che parecchi bambini mostrano nei confronti dell’impegno e della fatica.

Comprendere a fondo ci rende capaci di accettare e l’accettazione è  la base del cambiamento.

BibliografiaE’ l’ora dei compiti, come svolgerli con metodo, autonomia ecreatività, N.Damilano e P.Menzolini.


Dott.ssa Stefania Casadei

                                                                        

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