I bambini e la crisi dei 9 anni

 
Con il compimento del nono anno ho iniziato a vedere dei cambiamenti in mio figlio; il suo atteggiamento era diventato particolarmente "insolente" e ribelle. Svogliato e menefreghista nei confronti della scuola e di tutto ciò che gli richiedeva anche un minimo impegno.

All'epoca ricordo che continuavo a chiedermi che fine avesse fatto il mio caro e tranquillo figliolo.

Con il trascorrere dei mesi le cose sono notevolmente migliorate e, lentamente, è tornato ad essere calmo e mite ma estremamente pauroso e timoroso, in particolare la sera.
Ricercava coccole e abbracci come quando era più piccolo.

All'epoca stavo approfondendo la pedagogia steineriana, ed è proprio leggendo i testi di Rudolf Steiner che trovai le risposte ed i chiarimenti che condivido in questo aticolo, con l'auspicio che possano esservi di supporto come lo sono stati per me.

Rudolf Steiner ha definito il periodo tra i nove ed i dieci anni il "passaggio del Rubicone", proprio perché il bambino attraversa  una soglia lasciandosi piano piano alle spalle il mondo dell'infanzia.

E' soprattutto la vita psichica a rivelare che il ragazzo entra in una fase evolutiva diversa.

Solitamente il bambino diventa un poco irrequieto, spesso vive quest'età di passaggio come una sorta di seconda età dell'opposizione. Il nuovo rapporto con il mondo esterno lo spinge a mettere alla prova l'autorità esterna, non perchè voglia liberarsene ma proprio perché desidera conservarla.

Molti bambini manifestano in questo periodo paure e preoccupazioni immotivate e incomprensibili accompagnate in taluni casi da crisi di mancanza della mamma.
Anche la psicologia mette in evidenza come, in questi momenti di identificazione di sè e di accenno di individualizzazione, il bambino viva, tra le tante paure, anche quella della perdita delle persone a lui più care, la mamma più di ogni altro.

Per certi versi le paure dei bambini sono tutte uguali, ma le conseguenze che lasciano hanno infinite sfumature ed i modi in cui i bambini le superano sono unici e particolari. Dipendono non solo dalla struttura del loro Io, dai meccanismi di difesa che riescono a mettere in campo ma anche dal tipo di aiuto che viene fornito loro da genitori ed educatori.

"La vera paura del bambino non sta tanto nell'intensità della situazione di pericolo che sperimenta, quanto nella consapevolezza che è lasciato solo a farvi fronte, perché la sua figura di attaccamento non è disponibile, o non è all'altezza della situazione" .
 (P. Binetti, F. Ferrazzoli, C. Flora, Ho paura)

Il suo benessere dipende sempre dalla presenza di qualcuno che è in grado di farsi carico di lui, di ascoltarlo profondamente, confortarlo con grande sensibilità, in modo tale che il bambino possa sentire l'amore del genitore e soprattutto abbia la certezza di potersi appoggiare a lui.

In questo periodo estremamente controproducente è l'atteggiamento di coloro i quali sminuiscono le paure e le preoccupazioni del bambino.

E' importante per noi genitori divenire consapevoli di questo bisogno di protezione dei nostri figli, in un'epoca così importante per lo sviluppo della sua personalità futura.
Aiutarlo a superare le sue paure, a credere in se stesso e nelle sue potenzialità e lavorare sulle nostre personali paure, in modo da trasmettergli fiducia e serenità verso il mondo è quanto di meglio possiamo fare per nostro figlio.

Ma cosa fa paura ai nostri figli?


Tutti quei contenuti che il bambino fatica a comprendere, che non riesce ad elaborare o nei confronti dei quali non si sente all'altezza. Se risvegliamo troppo presto la coscienza dei nostri figli con spiegazioni dettagliate in particolare riguardo a ciò di cui non può avere un' esperienza diretta e concreta che dia loro sicurezza, aumentiamo in lui insicurezza e paura.

Un undicenne ha ancora bisogno di farsi consolare da parole affettuose, di un'atmosfera rassicurante, mentre ad esempio un sedicenne ha bisogno di risposte, attraverso le quali possa orientarsi nella vita.
Teniamo conto di tutto ciò, le diverse epoche della vita hanno bisogni e necessità differenti.

Sperimentare la paura e superarla è un'esperienza indispensabile per i nostri figli, poichè li aiuta nel prendere coscienza di sè, nel costruire la loro personalità; è un importante fattore di apprendimento se saremo in grado di restare al loro fianco.

E' importante fare sentire al bambino che c'e' qualcosa di elevato sopra di loro, un mondo spirituale ed ideali a cui tendere. Un qualcosa di più grande e saggio da cui anche noi genitori ci facciamo ispirare.




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