Schermi accesi, menti spente: come la TV alimenta disattenzione e nervosismo nei bambini

 


Mentre preparavo la mia tesi di laurea sul ‘Deficit dell’attenzione e iperattivià’ mi sono imbattuta in  uno studio dell’American Academy of Pediatrics riguardo l’influenza che la TV può avere durante la crescita, sulla capacità di attenzione del bambino e sul suo livello di eccitabilità.

L’American Pediatrics ha preso in esame 2623 bambini da uno a tre anni e l’importanza della ricerca è collegata alla dimostrazione che l’esposizione precoce alla televisione è associata a problemi di attenzione.

Al contrario della vita quotidiana il passo della TV è molto accelerato  e le immagini che un bambino cattura nel suo cervello dagli schermi della scatola nera vanno troppo veloci e spesso senza una precisa connessione logica.
Nella sua ricerca il Dott. Christakis ha trovato che per ogni ora trascorsa davanti alla TV nell’età compresa fra uno e tre anni, i soggetti più piccoli hanno quasi il dieci per cento in più di probabilità di sviluppare problemi di attenzione all’età di sette anni.

Anche gli studi e le ricerche di Pagani e coll., evidenziano che un’elevata quantità di tempo speso davanti allo schermo è correlata a scarso profitto in matematica, a bassi livelli attentivi e anche a povere relazioni con i pari.

Abbandonato davanti alla televisione, come succede spesso di pomeriggio, il bambino rimane ipnotizzato dalle immagini e non riesce a staccarsene.
Inoltre i bambini davanti alla televisione rimangono immobili. E non fanno la cosa più importante che si dovrebbe fare a questa età, ovvero muoversi, imitare le situazioni che hanno intorno, essere impegnati in attività sensate.

Se si presta particolare attenzione ci si accorgerà che spesso il bambino dopo avere visto la televisione, tende ad essere aggressivo, di cattivo umore, provocatorio. Questo non dipende unicamente dal tipo di trasmissioni che ha guardato, ma da questo tipo di immobilità forzata, che peraltro va a minare anche la costruzione della sua volontà che si rafforza unicamente nell’essere attivi, nel fare. 

Riporto testualmente due brani tratti dal libro ‘A piccoli passi’ di Vegetti Finzi, che mi sembrano particolarmente interessante:


‘’ Uno dei rischi maggiori della televisione è proprio questo: che si sostituisca alla vita del bambino, impedendogli di avere il tempo e la voglia di giocare. Si restringe in tal modo lo spazio più creativo dell’attività infantile: il bambino ha bisogno del gioco anche per parlare con sè stesso, con i suoi giocattoli, per inventare storie e trovare così un linguaggio che gli appartiene veramente, come le idee e i sentimenti che prova: perché è lui che lo ha elaborato dentro di sé , gli ha dato un suo significato personale, che ha il colore e l’intensità delle sue emozioni’’.

Ci sono famiglie che tengono la tv quasi sempre accesa indipendentemente dai programmi trasmessi.

In questo scenario, la televisione di sottofondo e/o l’utilizzo dei disposizitivi (computer e cellulari) da parte dei genitori distrae dalle interazioni, dal gioco con i bambini con conseguenti effetti sullo sviluppo cognitivo del bambino e sulla sua concentrazione. Sono stati accertati anche gli effetti negativi sullo sviluppo neuronale poichè riduce la qualità e la quantità delle interazioni con i genitori.

Inoltre, in tale modo il bambino non solo è sottoposto ad un eccesso di stimoli uditivi e visivi, da cui andrebbe protetto, ma è costretto anche ad assistere a scene violente, a udire informazioni che non riesce a rielaborare, e che rappresentano un carico eccessivo per la sua vita interiore, invasa dal clima di tensione, insicurezza e di paura che spesso la televisione porta in casa.
Spesso i bambini reagiscono sviluppando fobie, attacchi d’angoscia e incubi notturni.

Non intendo con questo demonizzare la tv, ma ritengo sia opportuno organizzarne tempi e modalità di fruizione.

Per approfondire questo argomento consiglio la lettura del mio articolo: "TV, smartphone, tablet e computer: effetti sulla salute dei bambini


Bibliografia

Pagani LS, Fitzpatrick C, Barnett TA, Dubow E. Propsective associations between early childhood television exposure and academic, psychosocial, and physical well-being in middle childhood. Archives of pediatrics & adolescent medicine 2010;164:425-431.

Radesky J, Miller AL, Rosenblum KL, Appugliese D, Kaciroti N, Lumeng JC. Maternal Mobile DeviceUse During A Structured Parent-Child Interaction Task. Academic Pediatrics 2015;15:238-244 

Radesky JS, Kistin CJ, Zuckerman B Nitzberg K, Gross J, Kaplan-Sanoff M, Augustyn M, et al. Patterns Of Mobile Device Use By Caregivers And Children During Meals In Fast Food Restaurants. Pediatrics 2014;133:843-849


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