Fare i compiti: come affrontare le difficoltà (parte 2)

 

L'obiettivo di questo articolo è di mettere in evidenza alcuni concetti chiave che considero di grande interesse per genitori ed insegnanti alle prese con le piccole o grandi difficoltà di figli o alunni.

Ciò che è importante quando ci si trova alle prese con bambini in difficoltà, è comprendere la richiesta che loro ci stanno ponendo, tenendo conto che l’eventuale ‘patologia’ è solo una parte, tra l’altro infinitamente piccola della risposta che siamo chiamati a dare.

Pensare che il bambino sia sbagliato e agire per ‘aggiustarlo’ porta con sé frustrazione e disistima.

Ciò che dobbiamo sempre tenere a mente è quello che viene considerato il  I grande principio terapeutico:


fare sentire una persona amata per ciò che è e non per ciò che fa


Come aiutare i bambini nel lavoro


1) Cercando di individuare dove sono le sue difficoltà.

2) Ricordando sempre che il risultato migliore non viene dall’ imporre un obbligo ma dal portare equilibrio. ( ad es. tra riposo e lavoro, tra lavoro  in autonomia e lavoro con l’aiuto dell’educatore).

3) Sostenendo il bambino nei 3 momenti cruciali del suo percorso scolastico:

  • l’inizio della scuola.
  • Il 9° anno (terza elementare) : il bambino a questa età va incontro a crisi emotive, insicurezze e dubbi. E’ tendenzialmente irritabile e nervoso, ma al  contempo vulnerabile e fragile. Necessita della presenza amorevole dell’adulto, ma anche di autorevolezza, fermezza, regole chiare.Ha bisogno di sentire di sapere fare, di mettersi alla prova.
  • La pubertà:  durante questa fase il lavoro del genitore è più sottile.  Il giovane  dovrebbe oramai studiare da solo e chiamare se ha bisogno. Importante è che l’educatore sappia cogliere  i momenti di crisi, le silenziose richieste di aiuto ed i bisogni più complessi. Il giovane ora necessita di figure adulte coerenti, che siano validi esempi e che lo aiutino attraverso il dialogo a cogliere il significato delle crisi.
4) Aiutando il bambino a programmare il proprio tempo
Questo permette di diventare consapevoli del tempo che sprechiamo, dedicandolo ad attività marginali.
Aiuta a scegliere la direzione in cui andare con maggiore chiarezza, e a gestire in maniera ottimale le risorse materiali, fisiche e psicologiche di cui disponiamo.

5) Creando un ambiente che favorisca la concentrazione.
Un ambiente di questo tipo può  richiedere delle rinunce al genitore.
Spesso infatti siamo noi adulti che non cogliamo l’importanza di spegnere la Tv, o di dedicare ai figli angoli dell’abitazione adeguati per lo svolgimento dei compiti, uno spazio riservato, silenzioso e ordinato.
   
Tanti bambini non sono capaci di rilassarsi e calmarsi, pertanto siamo noi adulti a dover trovare il modo di rallentare, creando un po’ di calma intorno ai più piccoli.

Capita che genitori con figli molto attivi, instancabili ed inesauribili tendendo a considerarli pieni di energia, li caricano di attività con l’intento di ‘scaricarli’; al contrario il bambino diventa in tale modo sempre più agitato ed irrequieto.

Occorre invece cercare il modo di fermarlo aiutandolo a ritrovare il ritmo che ha perso.



BibliografiaE’ l’ora dei compiti, come svolgerli con metodo, autonomia ecreatività, N.Damilano e P.Menzolini.


Dott.ssa Stefania Casadei


Commenti