L'obiettivo di questo articolo è di mettere in evidenza alcuni concetti chiave che considero di grande interesse per genitori ed insegnanti alle prese con le piccole o grandi difficoltà di figli o alunni.
Ciò che è importante quando ci si trova alle prese con bambini in difficoltà, è comprendere la richiesta che loro ci stanno ponendo, tenendo conto che l’eventuale ‘patologia’ è solo una parte, tra l’altro infinitamente piccola della risposta che siamo chiamati a dare.
Pensare che il bambino sia sbagliato e agire per ‘aggiustarlo’ porta con sé frustrazione e disistima.
Ciò che dobbiamo sempre tenere a mente è quello che viene considerato il I grande principio terapeutico:
fare sentire una persona amata per ciò che è e non per ciò che fa
Come aiutare i bambini nel lavoro
- l’inizio della scuola.
- Il 9° anno (terza elementare) : il bambino a questa età va incontro a crisi emotive, insicurezze e dubbi. E’ tendenzialmente irritabile e nervoso, ma al contempo vulnerabile e fragile. Necessita della presenza amorevole dell’adulto, ma anche di autorevolezza, fermezza, regole chiare.Ha bisogno di sentire di sapere fare, di mettersi alla prova.
- La pubertà: durante questa fase il lavoro del genitore è più sottile. Il giovane dovrebbe oramai studiare da solo e chiamare se ha bisogno. Importante è che l’educatore sappia cogliere i momenti di crisi, le silenziose richieste di aiuto ed i bisogni più complessi. Il giovane ora necessita di figure adulte coerenti, che siano validi esempi e che lo aiutino attraverso il dialogo a cogliere il significato delle crisi.
Bibliografia: E’ l’ora dei compiti, come svolgerli con metodo, autonomia ecreatività, N.Damilano e P.Menzolini.
Dott.ssa Stefania Casadei
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